Capitale si, Capitale no
Di prisma In News Il 21 gennaio 2019
No non si tratta della ennesima margherita sfogliata per capire se il nostro amato ricambia i nostri sentimenti, bensì dell’ennesima marcia indietro del governo sulla proprietà delle azioni delle società di capitale che vogliono acquisire farmacie.
All’epoca della finanziaria l’emendamento era stato sfilato, tra quelli proposti, perché “inamissibile per materia”, mentre in questi giorni rientra dalla finestra come emendamento nel decreto semplificazioni insieme ad altri che riguardano anche gli Ncc (Noleggio con conducente) ed altre categorie.
Richiesta a gran voce dai Cinque Stelle la modifica richiesta prevede lo scioglimento di quelle società che hanno acquistato farmacie per creare catene il cui capitale non sia posseduto da almeno il 51% di farmacisti regolarmente iscritti e concede 6 mesi per mettersi in regola ridistribuendo le quote, pena, appunto, lo scioglimento. Un altro emendamento richiederebbe l’abbassamento dal 20% al 10% del controllo delle farmacie nella stessa regione da parte della stessa società, tutte modifiche, queste che puntano a tutelare l’autonomia dell’istituto della farmacia.
Reazioni diverse dall’una e dall’altra parte con i farmacisti speranzosi in un decisione da parte del governo che li vedrebbe ancora protagonisti di una professione che ha ancora tanto da dire e tanto da evolversi, e le società che hanno investito centinaia di milioni nell’acquisto di farmacie preoccupate per il loro prossimo futuro.
Ognuno degli schieramenti al lavoro per proporre la soluzione più conveniente alla propria categoria.
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